Testi inediti

Articolo de «Le Gaulois» in cui appare il verso inedito di Rimbaud, 1885
Articolo de «Le Gaulois» in cui appare il verso inedito di Rimbaud, 1885

«L'eternel craquement des sabots dans les cour»

 

Nel marzo 2009 Pierre Michel, ex professore di lettere ed esperto di Octave Mirbeau, annuncia la scoperta di un verso (un alessandrino) inedito di Rimbaud: non appare infatti in nessuna delle sue opere conosciute. Il verso di Rimbaud è citato da Mirbeau (scrittore e giornalista) in un articolo del quotidiano francese ''Le Gaulois'', datato 23 febbraio 1885, dedicato ad una vendita benefica di oggetti d'arte in favore di un gruppo di bambini orfani. Mirbeau - sostiene Michel - era in possesso di alcuni manoscritti del poeta, ed entrambi peraltro erano amici del pittore Forain.

 

 

L'eterno scricchiolio degli zoccoli nei cortili

 

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L'eternel craquement des sabots dans les cours

L'articolo "Il sogno di Bismarck (Fantasia)", 1870
L'articolo "Il sogno di Bismarck (Fantasia)", 1870

IL SOGNO DI BISMARCK (FANTASIA)

 

Nel maggio 2008 il cineasta francese Patrick Taliercio rivela di aver trovato, in una copia del giornale di Charleville «Le Progrès des Ardennes» del 25 novembre 1870, l'articolo Il sogno di Bismarck (Fantasia) firmato Jean Baudry, pseudonimo utilizzato all'epoca da Rimbaud. Si tratta di un breve "pezzo"  tutto giocato sul sarcasmo e sulla rabbia allo scopo di sbeffeggiare quel Cancelliere di Ferro responsabile della disfatta dei francesi a Sedan ad opera dei prussiani. «Hi! Povero!», così, per ben quattro volte viene apostrofato (a quanto pare la citazione in italiano si ispirerebbe direttamente al "nostro" Garibaldi) il cancelliere Otto von Bismarck descritto mentre si addormenta «dopo aver a lungo sognato ad occhi aperti», mentre «immerge il proprio naso nel fornello incandescente della pipa», puntando «la sua piccola unghia malvagia» su Parigi. Delahaye, in effetti, aveva parlato (in Souvenirs familiers) dell'esistenza di questo pamphlet anti-prussiano di Rimbaud. Il 31 dicembre 1870 il bombardamento tedesco distrusse gran parte di Charleville, compresa la tipografia del giornale, che cessò così le sue pubblicazioni.

 

 

 

 

    È sera. Sotto la sua tenda, piena di silenzio e di sogno, Bismarck, un dito sulla carta della Francia, medita; dalla sua immensa pipa si innalza un filo blu.
    Bismarck medita. Il suo piccolo indice adunco cammina, sulla pergamena, dal Reno alla Mosella, dalla Mosella alla Senna; con l’unghia ha rigato impercettibilmente la carta intorno a Strasburgo; passa oltre.

    A Sarrebruck, a Wissembourg, a Woerth, a Sedan, sussulta, il piccolo dito adunco: accarezza Nancy, graffia Bitche e Phalsbourg, delinea Metz, traccia sui confini piccole linee spezzate e si ferma…
     Trionfante, Bismarck ha coperto con l’indice l’Alsazia e la Lorena!
Oh! Sotto la sua testa gialla, che deliri di avaro! Che deliziose nuvole di fumo spande la sua pipa felice!...


* * *

 

    Bismarck medita, toh! Un grosso punto nero sembra fermare l’indice guizzante. È Parigi.
    Allora, la piccola unghia cattiva riga, riga la carta, qui, là, con rabbia, per fermarsi infine… Il dito resta là, piegato a metà, immobile.

    Parigi, Parigi! E il buon uomo ha tanto sognato ad occhi aperti che, dolcemente, la sonnolenza si impadronisce di lui: la fronte si piega sulla carta; macchinalmente, il fornello della pipa sfuggita alle labbra si abbatte sullo sgradevole punto nero…

    Oh, povero! Abbandonando la misera testa, il naso, il naso di Otto von Bismarck, è affondato nel fornello ardente! Oh, povero! Povero! Nel fornello incandescente della pipa!…, oh, povero! Il suo indice era su Parigi!... Il sogno glorioso è finito!

 

* * *

 

    Era così fine, così spirituale, così felice questo naso di grande diplomatico! Nascondete, nascondete il naso!...
    Ebbene, mio caro, quando per dividere i crauti reali, rientrerete a palazzo [...] con dei crimini da... signora [...] nella storia, porterete in eterno questo naso carbonizzato tra gli occhi stupidi!...
    Ecco! Non c'era bisogno di fantasticare!

 

 

 

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LE RÊVE DE BISMARCK (FANTAISIE)

 

    C'est le soir. Sous sa tente, pleine de silence et de rêve, Bismarck, un doigt sur la carte de France, médite; de son immense pipe s'échappe un filet bleu.
    Bismarck médite. Son petit index crochu chemine, sur le vélin, du Rhin à la Moselle, de la Moselle à la Seine; de l'ongle, il a rayé imperceptiblement le papier autour de Strasbourg: il passe outre.
    A Sarrebruck, à Wissembourg, à Woerth, à Sedan, il tressaille, le petit doigt crochu: il caresse Nancy, égratigne Bitche et Phalsbourg, raie Metz, trace sur les frontières de petites lignes brisées, — et s'arrête…
    Triomphant, Bismarck a couvert de son index l'Alsace et la Lorraine! — Oh! sous son crâne jaune, quels délires d'avare! Quels délicieux nuages de fumée répand sa pipe bienheureuse!…

 

* * *


    Bismarck médite. Tiens! un gros point noir semble arrêter l'index frétillant. C'est Paris.
    Donc, le petit ongle mauvais, de rayer, de rayer le papier, de ci, de là, avec rage, — enfin, de s'arrêter… Le doigt reste là, moitié plié, immobile.
    Paris! Paris! — Puis, le bonhomme a tant rêvé l'œil ouvert, que, doucement, la somnolence s'empare de lui: son front se penche vers le papier; machinalement, le fourneau de sa pipe, échappée à ses lèvres, s'abat sur le vilain point noir…
    Hi! povero! en abandonnant sa pauvre tête, son nez, le nez de M. Otto de Bismarck, s'est plongé dans le fourneau ardent… Hi! povero! va povero! dans le fourneau incandescent de la pipe…, hi! povero! Son index était sur Paris!… Fini, le rêve glorieux!

 

* * *


    Il était si fin, si spirituel, si heureux, ce nez de vieux premier diplomate ! — Cachez, cachez ce nez!…
    Eh bien ! mon cher, quand, pour partager la choucroûte royale, vous rentrerez au palais [...] avec des cris de... dame [...] dans l'histoire, vous porterez éternellement ce nez carbonisé entre vos yeux stupides!...
     Voilà ! fallait pas rêvasser! 

D'EDGAR POE. FAMIGLIA MALEDETTA

 

Prima versione della poesia Memoria ritrovata nel 2004 fra i documenti degli eredi della famiglia di Mathilde Mauté, sposa di Verlaine.

 

                                              

 

L'acqua pura come il sale di lacrime d'infanzia,
O l'assalto al sole per i candori dei corpi di donna;
O la seta, a frotte e di giglio puro, d'orifiamme
sotto i muri che qualche Pulzella un tempo difese;
 
O i giochi degli angeli;
la corrente d'oro in marcia,
L’acqua muove le sue braccia grevi, nere, e soprattutto fresche, d'erba. Lei
L’acqua scura, con la notte come cielo del letto, chiama
per tenda l'ombra della collina e dell'arco.
 
                                               * * *
 
Eh! L’antico mattino stende le sue reti limpide!
L'aria arreda d'oro pallido e senza fondo i giacigli pronti.
I vestiti, – verdi e stinti – delle ragazzine
fanno i salici, da cui saltano uccelli sbrigliati.
 
Più giovane di un luigi, calda e grassa palpebra
La Calta palustre
la tua fede coniugale, o Sposa,
Del suo specchio immobile, gelosa
al cielo grigio di calura la Sfera rosa e chiara.
 
                                               * * *
 
La Signora sta troppo in piedi nel prato vicino
dove nevicano i fili del lavoro; l'ombrello
fra le dita; calpestando l'umbella, troppo fiera per lei;
bambini leggono nel verde fiorito
 
il loro libro di marocchino rosso! – Ah, Lui come
mille angeli bianchi che si lasciano sopra le strade,
Sparisce oltre la montagna! Lei, tutta
Folle, e nera, corre! dopo la partenza dell'uomo!
 
                                              * * *
 
E pianga adesso sotto i bastioni! l'alito
dei pioppi in alto è per la sola brezza.
Ecco la distesa, senza riflessi, senza sorgente, grigia:
Un vecchio, draghista, nella sua barca immobile, s'affanna.

Rimpianto di braccia dense e giovani d'erba pura!
O di lune d'aprile nel cuore del santo letto! Gioia
dei cantieri rivieraschi in abbandono, in preda
alle sere d'agosto che facevano germinare queste putredini!
                                           
                                              * * *
 
  Trastullo di quest'occhio d'acqua smorta, io non posso prendere,
Oh barca immobile! E le braccia troppo corte! – né l'uno
né l'altro fiore: né il giallo che m'importuna,
là; né l'azzurro – amico dell'acqua color cenere.
 
Oh la polvere dei salici che un'ala scuote!
Le rose dei roseti da tempo divorate:
Il mio canotto, sempre fisso; e la sua catena tirata
In fondo a quest'occhio d'acqua senza sponde
a quale melma?

 

 

 

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D'EDGAR POE. FAMILLE MAUDITE

 

L'eau pure comme le sel des larmes d'enfance
Ou l'assaut du soleil par les blancheurs des femmes,
Ou la soie, en foule et de lys pur ! - des oriflammes,
Sous les murs dont quelque Pucelle eut la défense,

Ou l'ébat des anges;
le courant d'or en marche,
L'Eau meut ses bras lourds, noirs,
et frais surtout, d'herbe. Elle,
L'Eau sombre, ayant la nuit pour ciel-de-lit, appelle
Pour rideaux l'ombre de la colline et de l'arche.

                                          * * *

Eh ! l'antique matin tend ses réseaux limpides.
L'air meuble d'or pâle et sans fond les couches prêtes.
Les robes, - vertes et déteintes – des fillettes
Font les saules d'où sautent les oiseaux sans brides.

Plus jaune qu'un louis, chaude et grasse paupière,
Le Souci d'eau, ta foi conjugale, à l'Epouse,
De son terne miroir immobile, jalouse
Au ciel gris de chaleur la Sphère rose et claire !

                                         * * *

Madame se tient trop debout dans la prairie
Prochaine où neigent les fils du travail; l'ombrelle
Aux doigts, foulant l'ombelle; trop fière pour elle
Des Enfants lisant dans la verdure fleurie
Leur livre de maroquin rouge – Ah ! Lui comme
Mille Anges blancs qui se quittent au haut des routes,
Disparaît par delà la montagne ! Elle, toute
Folle, et noire, court, après le départ de l'homme !

                                         * * *

Qu'elle pleure à présent sous les remparts ! l'haleine
Des peupliers d'en haut est pour la seule brise.
La voilà nappe, sans reflets, sans source, grise.
Un vieux, dragueur, dans sa barque immobile, peine.

Regret des bras épais et jeunes d'herbe pure!
Or des lunes d'avril au cœur du saint lit! Joie
Des chantiers riverains à l'abandon, en proie
Aux soirs
d'août qui faisaient germer ces pourritures!
 
                                         * * *

Jouet de cet oeil d'eau morne, je n'y puis prendre
O Ma barque immobile ! et mes bras trop courts ! – Ni l'une
Ni l'autre fleur ; ni la jaune qui m'importune,
Là, ni la bleue – amie à l'eau couleur de cendre.

O la poudre des saules qu'une aile secoue!
Les roses des roseaux dès longtemps dévorées:
Mon canot, toujours fixe, et sa chaîne tirée
Au fond de cet oeil d'eau sans borne – à quelle boue!

LETTERA A JULES ANDRIEU

 

Questa lettera autografa di Rimbaud è stata trovata negli archivi familiari di Jules Andrieu, pedagogo, giornalista, poeta ma soprattutto comunardo amico di Verlaine. Nell'aprile del 1874 Rimbaud si trovava nella capitale inglese in compagnia di Germain Nouveau (all'inizio di quel mese si erano entrambi iscritti alla biblioteca del British Museum), il quale avrebbe usato lo stesso indirizzo presente in questa lettera come recapito per un suo annuncio apparso qualche settimana dopo. È inoltre noto che Rimbaud aveva conosciuto Andrieu nel settembre 1872, durante il suo primo soggiorno a Londra, assieme a Verlaine. Questa lettera è stata pubblicata per la prima volta dal pronipote di Andrieu che l'ha scoperta, includendola nella biografia che ha dedicato al suo avo: C'était Jules. Jules Louis Andrieu (1838-1884). Un homme de son tempsSi tratta dell'unica missiva di Rimbaud datata 1874 e va collocata fra il suo periodo poetico e quello del suo silenzio.

 

                                           

 

 

 

Londra, 16 aprile 74

Signore,

 

Con mille scuse per la forma di quanto segue –

Vorrei dedicarmi ad un’opera a fascicoli, dal titolo: “La Storia splendida”. Riservo: il formato; la traduzione (anzitutto inglese), lo stile senz’altro negativo e la stranezza dei dettagli e la (magnifica) perversione dell’insieme non dovendo ostentare altra fraseologia di quella possibile per la traduzione immediata: – Conseguenza di questo sommario imbonimento: Ritengo che l’editore si possa trovare con la presentazione di due o tre pezzi altamente scelti. Per tale impresa, è necessaria qualche preparazione nel mondo bibliografico, o nel mondo, che ignoro? – Insomma potrebbe essere una speculazione sull’attuale ignoranza della storia, (il solo bazar morale che non si sfrutti oggi) – e principalmente qui (mi è stato detto(?)) non sanno niente di storia – e la forma di questa speculazione mi sembra adeguata ai loro gusti letterari – Per terminare: so come ci si atteggi da doppio-veggente per la folla, che non si curò mai di vedere, che forse non ha bisogno di vedere. In poche parole (!) una serie indefinita di pezzi di coraggio storico, cominciando da qualsiasi annale o favola o ricordo molto antichi. Il vero principio di questo nobile lavoro è una impressionante pubblicità; il filo pedagogico di questi pezzi può essere creato anche con delle offerte in cima al fascicolo, oppure separate. – Come descrizione, pensate ai procedimenti di Salammbô: al pari di relazioni e spiegazioni mistiche. Quinet e Michelet: ancor meglio. Poi un’archeologia ultra-romanzesca che segue il dramma della storia; un misticismo raffinato, che appiani ogni controversia; un poema in prosa alla moda; delle abilità da romanziere dai lati oscuri. – Badate che non ho più in testa né gli scenari, né le curiosità storiche di un diplomato da qualche anno – Intendo proporre un affare.

Signore, so che voi sapete e come sapete: vi inoltro un questionario, (più simile ad un’equazione impossibile), quale lavoro, e di chi, può essere considerato il più antico (latest) dagli inizi? ad una certa data (che sia conseguente) quale cronologia universale? – Ritengo sia opportuno prevedere la sola parte antica; il Medioevo ed i tempi moderni a parte; salvo ciò che non oso prevedere – vedete quali antichi annali scientifici o fiabeschi potrei consultare? In seguito, quali lavori generali o parziali d’archeologia o di cronaca? Finisco chiedendo quale data di pace mi fornite sull’insieme Greco Romano Africano. Dunque: ci saranno illustrazioni in prosa alla Doré, lo scenario delle religioni, tratti del diritto, l’enarmonia di fatalità popolari esibite con costumi e paesaggi, – il tutto preso e cadenzato da date più o meno atroci: battaglie, migrazioni, scene rivoluzionarie: sovente un po’ esotiche, finora senza forma nei corsi o presso i fantasisti. D’altronde, una volta presentato l’affare, sarò libero di procedere misticamente, o volgarmente, o sapientemente. Ma un piano è indispensabile.

 

Sebbene ciò sia del tutto industriale e le ore destinate alla confezione di questa opera mi appaiano disprezzabili, la composizione non manca di sembrarmi assai ardua. Così non scrivo le mie richieste di informazione, una risposta vi creerebbe più imbarazzo; sollecito con voi solo una mezz’ora di conversazione, l’ora e il luogo per favore, sicuro che abbiate colto il piano e che lo discuteremo prontamente – in una forma inaudita ed inglese –

Risposta, prego.

I miei rispettosi saluti

Rimbaud

30 Argyle square, Euston Rd. W.C.

 

 

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London, 16 April 74

Monsieur,

         – Avec toutes excuses sur la forme de ce qui suit, –

Je voudrais entreprendre un ouvrage en livraisons, avec titre: L’Histoire splendide. Je réserve: le format; la traduction, (anglaise d’abord) le style devant être négatif et l’étrangeté des détails et la (magnifique) perversion de l’ensemble ne devant affecter d’autre phraséologie que celle possible pour la traduction immédiate: – Comme suite de ce boniment sommaire : Je prise que l’éditeur ne peut se trouver que sur la présentation de deux ou trois morceaux hautement choisis. Faut-il des préparations dans le monde bibliographique, ou dans le monde, pour cette entreprise, je ne sais pas ? – Enfin c’est peut-être une spéculation sur l’ignorance où l’on est maintenant de l’histoire, (le seul bazar moral qu’on n’exploite pas maintenant) – et ici principalement (m’a-t-on dit (?)) ils ne savent rien en histoire – et cette forme à cette spéculation me semble assez dans leurs goûts littéraires – Pour terminer je sais comment on se pose en double-voyant pour la foule, qui ne s’occupa jamais à voir, qui n’a peut-être pas besoin de voir.

En peu de mots (!) une série indéfinie de morceaux de bravoure historique, commençant à n’importe quels annales ou fables ou souvenirs très anciens. Le vrai principe de ce noble travail est une réclame frappante ; la suite pédagogique de ces morceaux peut être aussi créée par des réclames en tête de la livraison, ou détachées. – Comme description, rappelez-vous les procédés de Salammbô: comme liaisons et explanations mystiques, Quinet et Michelet: mieux. Puis une archéologie ultrà-romanesque suivant le drame de l’histoire ; du mysticisme de chic, roulant toutes controverses; du poème en prose à la mode d’ici ; des habiletés de nouvelliste aux points obscurs. – Soyez prévenu que je n’ai en tête pas plus de panoramas, ni plus de curiosités historiques qu’à un bachelier de quelques années – Je veux faire une affaire ici.

Monsieur, je sais ce que vous savez et comment vous savez: or je vous ouvre un questionnaire, (ceci ressemble à une équation impossible), quel travail, de qui, peut être pris comme le plus ancien (latest) des commencements? à une certaine date (ce doit être dans la suite) quelle chronologie universelle? – Je crois que je ne dois bien prévoir que la partie ancienne ; le Moyen-âge et les temps modernes réservés ; hors cela que je n’ose prévoir – Voyez-vous quelles plus anciennes annales scientifiques ou fabuleuses je puis compulser? Ensuite, quels travaux généraux ou partiels d’archéologie ou de chroniques? Je finis en demandant quelle date de paix vous me donnez sur l’ensemble Grec Romain Africain. Voyons: il y aura illustrés en prose à la Doré, le décor des religions, les traits du droit, l’enharmonie des fatalités populaires exhibées avec les costumes et les paysages, – le tout pris et dévidé à des dates plus ou moins atroces: batailles, migrations, scènes révolutionnaires: souvent un peu exotiques, sans forme jusqu’ici dans les cours ou chez les fantaisistes. D’ailleurs, l’affaire posée, je serai libre d’aller mystiquement, ou vulgairement, ou savamment. Mais un plan est indispensable.

Quoique ce soit tout à fait industriel et que les heures destinées à la confection de cet ouvrage m’apparaissent méprisables, la composition ne laisse pas que de me sembler fort ardue. Ainsi je n’écris pas mes demandes de renseignements, une réponse vous gênerait plus; je sollicite de vous une demi-heure de conversation, l’heure et le lieu s’il vous plait, sûr que vous avez saisi le plan et que nous l’expliquerons promptement – pour une forme inouïe et anglaise –

 

Réponse s’il vous plait.

Mes salutations respectueuses

Rimbaud

30 Argyle square, Euston Rd. W.C.

Arthur Rimbaud in un disegno di  Paul Verlaine (1872)
Arthur Rimbaud in un disegno di Paul Verlaine (1872)


Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.
Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.


Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
R. alla prima comunione (1866)
R. alla prima comunione (1866)
Rimbaud in Africa (1883)
Rimbaud in Africa (1883)