Elenco dei termini insoliti, rari, scientifici, geografici, storici, mitologici, dei neologismi e dei nomi propri utilizzati da Rimbaud nelle sue poesie.

 

A

 

Abracadabrantesco (Abracadabrantesque). Parola coniata da Rimbaud come aggettivo del termine "magico" abracadabra: formula alla quale si attribuisce la virtù di un incantesimo per guarire la febbre e prevenire altre malattie. I flutti abracadabranteschi sono i flutti dal potere magico di rigenerazione nella poesia Cuore di pagliaccio. Suzanne Briet ha segnalato un episodio dell'infanzia di Rimbaud da cui risulta che egli vedeva nel triangolo magico abracadabra un mezzo di guarigione per «preservare dalla febbre».

 

Assorculante (Absorculant). Parola inventata da Rimbaud, come molte altre, presente nella lettera scritta presso la fattoria di Roche, dove si annoiava, al suo amico Delahaye (maggio 1873). Uno dei suoi componenti è "assorbente" (absorbant): che occupa fortemente, che s'impossessa di tutte le facoltà dello spirito. A questa componente essenziale è aggiunta la parola "culo" (cul), come sinonimo di "scocciatura" (emmerdement). Non ho altro da dirti, la contemplostata [vedi] della Natura assorculandomi interamente.

 

Accovacciamento (Accroupissement). In senso figurato: cedimento, ispessimento, abbrutimento morale. I Rurali si rilassano/ In lunghi accovacciamenti (Canto di guerra parigino) s'intorpidiscono nella loro mediocrità di gaudenti. Il termine comprende anche, nello spirito di Rimbaud, tutto ciò che egli disprezza e descrive nella poesia Gli accovacciati. Essi sono peggio dei Seduti, in quanto esseri mediocri, dalla vita vegetativa, banale, senza speranze e senza sogni.

 

Açoka o Asoka. Jonesia Asoka. Uno dei numerosi alberi sacri venerati dagli induisti. Rimbaud cita i fiori di questo albero nella poesia Quel che si dice al poeta a proposito di fiori: Gigli, Asoka, Lillà e Rose!...

 

Ad matutinum. Inizio delle Laudi della domenica: ad matutinum, gallo canente spes redit, «con il canto del gallo ritorna la speranza». L'espressione latina appare nell'Alchimia del verbo, riaffiorare permanente della cultura cattolica di Rimbaud: le formule e le parole ritornano alla sua memoria per poi essere deviate dal loro obiettivo originale.

 

Adonaï. Nome ebraico di Dio. I giudei, che non osano pronunciare la parola Jahvè, leggono Adonaï in tutti i libri dove vi è scritto Jahvè. Etimologia: nome plurale ebreo che significa "monsignore", "signore". Ne Le prime comunioni, la parola cade come un grido di spavento seguito da un punto esclamativo e da puntini di sospensione. Adonaï!... e il bambino trema ancor di più.

 

Alfénide. Lega formata dal 59% di rame, 30% di zinco, 10% di nichel e 1% di ferro. È detta anche metallo inglese, metallo bianco. Questa lega è utilizzata soprattutto per la fabbricazione di posate. Si usa come aggettivo: posate alfenidi (couverts alfénides). Il termine tecnico, impiegato come una marca, appare in una visione dantesca (dei gigli che attaccano il metallo) di Quel che si dice al poeta a proposito di fiori: Servici [...] Ragù di Gigli sciroppati/ Che mordono i nostri cucchiai Alfénidi!

 

Allegani. Catena montuosa dell'America del Nord, facente parte della più vasta catena dei monti Appalachi. Le sue sommità, ricoperte da una bella vegetazione, raggiungono i 1500 metri. Sono città! È un popolo per cui si sono innalzati questi Allegani e questi Libani di sogno! (Città). La potenza dell'immagine nasce anche dall'esotismo dei luoghi.

 

Almea. Danzatrice egiziana. Nome dato in Egitto nel 19° secolo alle donne chiamate a cantare e danzare nelle case signorili in occasione di matrimoni e altre feste familiari, e impropriamente esteso in Europa alle danzatrici e alle cortigiane d'Oriente. Due strofe senza titolo, in seguito al soggiorno a Bruxelles, iniziano con una domanda: È forse Almea? Meraviglia del poeta in un momento di intensa felicità con Verlaine. È troppo bello! Troppo bello!

 

Altitudo altitudinum. Oh altezza di tutte le altezze: probabilmente una frase tratta da un'opera latina. Il seminarista di Un cuore sotto una tonaca utilizza, per deformazione normale e quasi professionale, numerose espressioni latine.

 

Amigdale. La parola è utilizzata ne I seduti nel senso comune: organi linfoghiandolari a forma ovoidale situati nel cavo orale (tonsille), visibili solo in parte sul fondo della gola. E dall'alba fino a sera,/ grappoli di amigdale/Si agitano a morte sotto i menti sparuti. In compenso, in Quel che si dice al poeta a proposito di fiori, il significato appare più misterioso. Sì, trova [...] fiori [...] Che verso i loro duri ovari biondi/ Abbiano amigdale gemmose! Bisogna ritornare all'opera di Louis Figuier (divulgatore scientifico) citata alla fine della poesia per trovare il senso, ossia: il mandorlo (amygdalus). L'amigdala (o mandorla) ne è il seme.

 

Anadiomene. Che emerge dall'onda. Uno degli epiteti di Afrodite e di Venere. Venere Anadiomene diventa il titolo di un sonetto di una violenza estrema. Questa divinità greca, infatti, sorge da una tinozza, emana un cattivo odore, ha un'ulcera all'ano. Contrasto tra l'immagine divina suscitata dalla parola "anadiomene" e il realismo sordido della descrizione.

 

Angelo bianco. Allusione nelle Prose evangeliche al Vangelo secondo Giacomo: «Un angelo del Signore, infatti, scendeva ogni tanto nella piscina, e l'acqua ne era agitata. E chi per primo vi si tuffava...»

 

Albero che s'ingemma (Arbre tendronnier). Neologismo derivato da tendron: germoglio, gemma, virgulto tenero di un albero, di una pianta. In senso figurato e familiare: ragazzina. L'arbre tendronnier sarebbe dunque un albero che germoglia. Alcuni ci hanno visto un significato erotico: il giovane albero che germoglia e che sbava sarebbe il sesso.

 

Aristolochie. Genere di piante della famiglia aristolochiacee comprendente numerose specie, erbacee o arbustive, delle regioni tropicali e temperate, spesso coltivate per ornamento. I rizomi di alcune specie venivano un tempo usati in medicina contro la gotta, altri come antidoto contro il morso dei serpenti. In Giovani sposi: Fuori il muro è pieno di aristolochie/ In cui vibrano le gengive dei folletti.  Secondo C.A. Hackett questi fiori - il cui nome significa "che favorisce i parti" - hanno una funzione centrale per la comprensione dell'intera poesia, ossia: il parto di Betlemme, luogo natale del Cristo.

 

Astarte. Divinità femminile fenicia e comune a tutte le nazioni semitiche, era la Dea Madre progenitrice di tutti i viventi, signora di varie città (Tiro, Sidone, Biblo, Cartagine). Il suo culto comprendeva talora la prostituzione sacra. Astarte era anche una divinità astrale. Con Astarte sono identificate l'Afrodite greca, l'Iside egiziana e la Cibele microasiatica. L'arte antica la rappresentava come una dea guerriera, sul carro; nel mondo fenicio, già dal II millennio a.C., come dea madre mentre, nuda, si stringe i seni, oppure sorregge fiori di loto o un disco o vari serpenti, o allatta un bambino. Rimbaud, in Soleil et chair, fa numerosi riferimenti alla sua cultura scolastica greca e latina e anche alle mitologie orientali: L'immortale Astarte, l'immortale/ Che emersa un tempo dall'immenso chiarore dei flutti/ Azzurri, fiore di carne profumato dall'onda,/ Scoprì il roseo ombelico innevato di spuma. Queste immagini dell'ideale femminino, sorte da Venere, sono frequenti in quella fase della vita poetica di Rimbaud.

 

Altari di Salomone. Salomone fu il 3° il re d'Israele (circa 961-922 a. C.), figlio e successore di David. Prevalse nella successione sul fratello maggiore Adonia, con l'aiuto del profeta Natan; e dopo l'avvento al trono si sbarazzò del fratello stesso. Inaugurò così un lungo e prospero regno in cui si attuavano le premesse poste da David. Mantenne la potenza politica dello stato, che accentuò imparentandosi con il faraone di Egitto, del quale sposò la figlia, e stringendo alleanza con Hiram, re di Tiro. Fu celebre soprattutto per la costruzione di un grandioso tempio a Gerusalemme, la "casa di Dio", che sorgeva sulla spianata dove oggi si trovano le moschee di Al Aqsa e di Omar. Che io dorma! che bollisca/ Sugli altari di Salomone. Questi due versi del Lupo ululava sotto le foglie sono ripresi in Una stagione all'inferno, nel capitolo Alchimia del verbo. Fanno parte dei poemi che si possono dire esoterici, e questa allusione agli "Altari di Salomone" è connessa alla ricerca spirituale.

 

 

B

 

Bandolina. Denominazione, oggi non più in uso, di liquidi a base di gomma con aggiunta di cera, alcol e profumi, usati per tenere aderenti, lisci e lucidi i capelli. Brillantina. Ho vomitato la tua bandolina,/ Scorfano bruno (Le mie innamoratine).

 

Bau (Baou). Probabilmente è un grido d'entusiasmo o di sbeffeggio, un'interiezione ispirata dal ricordo dell'incontro con "Léonie Ausbois d'Ashby", suora in Devozione; una parola onomatopeica, quasi il verso di un animale. Il dialetto ardennese, così familiare a Rimbaud, utilizza parole composte da "baou": baouilli (abbaiare), baouillema (abbaio). Secondo Yves Denis, è la trascrizione fonetica dell'inglese bow: saluto, riverenza, prosternazione.

 

Barcarola. Propriamente "canto di barcaiuoli"; il termine è entrato in parecchie lingue europee per indicare una speciale forma musicale la cui andatura generale, col ritmo e con la melodia, richiama l'idea del monotono dondolio della barca o della gondola sulle onde e del battere dei remi. Così, ne I seduti, i bibliotecari Si ascoltano sciabordare tristi barcarole, ossia ascoltano in se stessi delle barcarole che sciabordano come gorgoglii interiori.

 

Being beauteous. Titolo di una delle Illuminazioni, in inglese antico e dunque la traduzione apparirebbe nel primo verso Davanti a una neve un Essere di Bellezza di alta statura. Danza nudo, uomo o donna, nessuno lo sa, ma è seducente, e lo spettatore si sente improvvisamente fremere di un desiderio sensuale: le sue ossa si rivestono di un nuovo corpo amoroso.

 

Belladonna. Nel quarto paragrafo delle Mani di Jeanne-Marie Rimbaud si chiede se queste strane mani non siano per caso avvelenate. E il sangue nero della belladonna/ Che dentro il loro palmo scoppia e dorme. L'Atropa belladonna (il suo nome latino) è una pianta a fiori appartenente alla famiglia delle Solanaceae. Era molto usata nel Rinascimento come cosmetico femminile ma anche come veleno letale.

 

Belzebù. Nome di una divinità filistea, che nel Nuovo Testamento ricorre come principe dei demoni, e divenuto poi nell’uso comume sinonimo, per lo più scherzoso, di diavolo, demonio. È nota la lettura frequente della Bibbia da parte di Rimbaud durante l'infanzia. Nel Ballo degli impiccati Belzebù tira la cravatta degli impiccati e, fuor di sé, raschia i violini in una danza infernale.

 

Beoti. Abitanti della Beozia, regione storica della Grecia centrale. In senso figurato: persona stupida, tarda d'ingegno, per la fama di ottusità mentale che avevano gli abitanti della Beozia presso gli Ateniesi. Rimbaud utilizza questa parola in Scene dove scrive che la folla barbara vaga sotto gli alberi spogli. Lo spettacolo grandioso, la musica, il lirismo per una folla ignara, incapace di comprendere e amare: i beoti.

 

Betsaida (o Betzaeta, Betesda). Il termine è presente nella terza Prosa evangelica di Rimbaud, dove si fa riferimento al miracolo di Gesù che guarì un paralitico presso la piscina di Betsaida (Vangelo secondo Giovanni (5,1-18).

 

Bombiner. Verbo inventato sul termine latino bombus, il bombo, in francese bourdon, un insetto simile al calabrone. Rimbaud lo utilizza come sinonimo di ronzare (bourdonner) due volte, nelle Mani di Jeanne-Marie e in Vocali.

 

Boquillon. Personaggio della Lanterna di Boquillon un giornale illustrato satirico fondato nel 1868 e pubblicato da Hubert. Boquillon, che significa "boscaiolo" nel linguaggio popolare, era l'immagine del soldato semplice, che diceva "Io ho del blu e del rosso nella mia borsa". Rimbaud riprende la frase ne La strepitosa vittoria di Sarrebrück: Boquillon in rosso e blu, infantile, sul ventre si drizza...

 

Bottom. Titolo di una delle Illuminazioni di Rimbaud. Termine inglese che significa: disotto, il fondo, ossia il culo. Alcuni vi hanno visto un'allusione al calzolaio Bottom del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, che venne trasformato in un asino. Noi preferiamo il significato geografico in virtù della allusioni alla campagna e alla periferia. Rimbaud e Verlaine percorsero le campagne attorno a Londra. Bottom è un villaggio inglese, a 10 chilmetri da Londra, che avrebbero potuto visitare. Il titolo iniziale della poesia, cancellato in seguito da Rimbaud, era Metamorfosi: il narratore diventa uccello e, più tardi, asino. Certi commentatori ci vedono una poesia erotica dove l'uccello, i gioielli adorati e la protesta brandita assumono significati osceni.

 

Boulu. Invenzione di Rimbaud dal verbo bouler: gonfiare il gozzo, se riferito ai piccioni; rigonfiarsi, se riferito al pane. Dalla stessa radice, boule, deriva anche boulot, grande e grosso. I seduti hanno dita bulbose (boulu) rattrappite sui femori, le loro dita sono gonfie, grassocce, adipose.

 

Borragine. Pianta annuale provvista di grandi foglie ovali. Fiorisce da maggio a settembre. I fiori della borragine spuntano su lunghi peduncoli e sono di colore azzurro. Originaria del sud Europa e della regione del Mediterraneo, le si attribuiscono proprietà emollienti e diuretiche, ma oggi è adoperata essenzialmente nella medicina popolare. Questa pianta appare in Alchimia del verbo: Oh! il moscerino inebriato al pisciatoio della locanda, innamorato della borragine, e che un raggio dissolve! e anche nelle Prose evangeliche: le borragini mostravano il loro magico chiarore fra i selciati.

 

Boiardo (o boiaro). Nobile russo. Nell’11° secolo i boiari erano essenzialmente capi militari al servizio dei duchi; poi divennero possessori di latifondi e di servi, con l’obbligo di prestare servizio al sovrano, ma con la possibilità di recidere tale legame. I boiardi sono lontani da lei, non vuole più saperne. La invidio, io che soffoco qui! In questa lettera a Izambard del 12 luglio 1871, Rimbaud ricorda la possibilità che era stata offerta al professore di diventare precettore di una famiglia nobile in Russia... e gli rimprovera un po' la mancanza di desiderio d'avventura. Lui certamente non avrebbe esitato e, più tardi, pubblicherà in effetti piccoli annunci per ottenere questi incarichi, in paesi più caldi.

 

Brigantino (Brick). Veliero di modeste dimensioni (in media da 100 a 300 t di stazza lorda), attrezzato con due alberi a vele quadre e bompresso. Fu di largo impiego, dal Cinquecento in poi, nel Mediterraneo e nei mari dell’Europa settentrionali. L'alba d'oro e la sera fremente sorprendono il nostro brigantino al largo (Promontorio). Sono reminiscenze delle letture adolescienziali di Rimbaud e, in particolare, del romanzo del "Capitano" Mayne Reid A fond de cale. Nelle prime pagine il traduttore (o forse l'autore stesso) spiega, in nota, qual è la differenza tra: sloop, scuna (o scuner) e brigantino (brick).

 

Brid'oison. Insulso, babbeo, stupido. Il nome deriva da un giudice idiota, ridicolizzato da Beaumarchais nelle Nozze di Figaro. In Un cuore sotto una tonaca, il superiore prende in giro il seminarista leggendo la sua poesia con tono saccente e ridicolo: Deturpava la mia poesia! Sputava sulla mia rosa! Faceva il Brid'oison, il Giuseppe, il bestione, per sporcare, per rendere immondo quel virginale canto.

 

 

C

 

Cabochon. Pietra preziosa che si lascia nella sua forma naturale e che si leviga senza tagliarla. Cabochon di rubino. Granata cabochon. In Canto di guerra parigino, le gialle cabochon che si abbattono sulle nostre tane sono certamente le granate mandate dai versagliesi su Parigi.

 

Callipigia. Dalle belle natiche. Attributo di Venere: Venere callipigia. Appare nella poesia Credo in unam.

 

Cantaride. Genere d’insetti coleotteri della famiglia meloidi, ben nota in passato per le proprietà afrodisiache e tossiche dei prodotti che se ne ricavano. Contrapponendo le Norvege alle Floride, Rimbaud contrappone i Grilli inoffensivi e inutili alle Cantaridi circonfuse del loro potere afrodisiaco, pericoloso e utile (Quel che si dice al poeta a proposito di fiori).

 

Capitan. Personaggio fanfarone, grande elargitore di parole vuote, e molto umile nei fatti, che appare in quasi tutte le vecchie farse e commedie francesi, prima di Molière. Nel Ballo degli impiccati: Orsù, scrollatemi quei fanfaroni (capitans) funebri.

 

Cariatide. Figura femminile scolpita, usata in luogo di colonna o pilastro, a sostegno di architravi, mensole o altre sovrastanti strutture architettoniche. Nel 1842 Théodore de Banville aveva pubblicato una raccolta di poesie, le Cariatidi, che Rimbaud non poteva ignorare, essendo un suo estimatore. In L'orgia parigina: Le Strigi non hanno spento l'occhio delle cariatidi, le sventure della guerra e la volgarità del dopoguerra e le dissolutezze non distrussero Parigi.

 

Cassis. La poesia Il rivo di Cassis è senza dubbio una delle più ermetiche di Rimbaud. Cassis è il cosiddetto "ribes nero" dalle bacche scure e aromatiche, usato in Francia per la confezione di liquori, sciroppi e confetture. Si può dunque supporre (è l'interpretazione generalmente accettata) che le acque del fiumiciattolo, scorrendo fra gli abeti, si scuriscano di riflessi e d'ombra fino ad assumere sfumature color cassis. Il termine indicava anche un rivoletto scavato nella strada per lo scolo delle acque. L'immagine, pertanto, è potente: Rimbaud paragona la Valle della Semoy, che è molto profonda, a queste condutture fabbricate da mano umana che forzano l'acqua in una corrente piuttosto rapida.

 

Cataplasma. Nella poesia L'orgia parigina, Disgustato dalla folla in delirio che, dopo il cessate-il-fuoco, non pensa che a mangiare, Rimbaud afferma: Torma di cagne in foia mangiatrici d'impiastri (cataplasmes). In gergo, il cataplasma è una zuppa molto densa. Questi versi richiamano quelli dei Poveri in chiesa: I loro seni sporchi di fuori, queste mangiaminestre...

 

Cedrone. Torrente della Palestina, affluente del lago Asfaltite, a est dell'antica Gerusalemme. Il Cedron (o Simaba cedron) è anche un albero della famiglia delle simarubee, che cresce nelle zone tropicali nell'America centrale e meridionale, da cui si ricava una sostanza medicinale.  Tuttavia, in Rimbaud, la vicinanza del termine "Cedron" agli "Altari di Salomone" (Alchimia del verbo) fa propendere per il primo significato.

 

Cam. Uno dei figli di Noè, capostipite di uno dei tre gruppi etnici (camitico) nei quali la Genesi divide il genere umano. Accogliendo la connessione di Cam con Kemt (geroglifico designante l’Egitto), camiti vengono detti gli Egiziani e alcune stirpi affini che parlano lingue appartenenti alla stessa famiglia. La cosa più furba è lasciare questo continente, dove la follia si aggira per fornire ostaggi a questi miserabili. Entro nel vero regno dei figli di Cam. (Una stagione all'inferno). Rimbaud sembra presagire il suo destino.

 

Chassepot. È un fucile in dotazione all'esercito francese nella seconda metà del XIX secolo; uno dei primi a retrocarica con percussione ad ago utilizzato in operazioni di larga scala.  Dumanet, poggiato al calcio del suo chassepot, sente alla nuca brizzolata un fremito. (La strepitosa vittoria di Sarrebrück). E, più cinicamente, nella lettera a Izambard del 25 agosto 1870: Terribili, i droghieri in pensione che si mettono l'uniforme! È meraviglioso le arie che hanno messo su questi notai, i vetrai, gli esattori, i falegnami e tutti i pancioni che, chassepot al petto, fanno mostra di patriottismo alle porte di Mézières.

 

Christus venit. Espressione latina (presente nella Stagione all'inferno) tratta da un inno del Cathemerinon di Prudenzio, un inno tradizionale delle Laudi del mercoledì: "Nox et tenebrae et nubila, confusa mundi et turbida, lux intrat, albescit polus: Christus venit; discedite. Notte. ombre e nuvole, che nascondete il mondo e lo offuscate: la luce si leva, il polo s'imbianca: il Cristo arriva; ritiratevi.

 

Cinesi di Boucher. Il pittore François Boucher (1703-1770), fecondissimo di opere, ebbe un grande influsso sull'arte francese nella seconda metà del regno di Luigi XV, avendo un incontestabile talento nell'assercondare i capricci e le  mode del suo tempo, in particolare il gusto per le cineserie. Cinesi di Coucher, dice Rimbaud in Festa d'inverno.

 

Cimmeria. Regione semimitica situata in un luogo remoto e inaccessibile, opaco e nebbioso, abitato dai Cimmeri, storicamente considerati di probabile origine tracia e stanziati nelle terre a nord del Mar Nero, ma dei quali fin dagli albori della letteratura greca s'impossessò la leggenda. Questa terra esalta la visione onirica di Rimbaud: Ero maturo per il trapasso, e lungo una strada di pericoli la mia debolezza mi conduceva ai confini del mondo e della Cimmeria, patria d'ombra e di vortici (Deliri II).

 

Circeto. Riferimento misterioso. Stasera a Circeto degli alti ghiacci, grassa come il pesce (Devozione). Potrebbe trattarsi di un luogo o di una donna.

 

Clara Venus. Dal latino clarus, illustre, celebre, splendente. Questa incisione latina sulla schiena, come un tatuaggio, rende ancora più derisorio l'appellattivo della Venere illustre nel sordido decoro di Venere anadiomene.

 

Clisopompa. Strumento medico: piccola pompa a getto continuo, destinata a sostituire la siringa ordinaria e utilizzata per somministrare i clisteri. Venne ideata in Inghilterra ed esportata nel 1923 in Francia e nord Italia. O Fandonie! o Gigli! Clisopompe d'argento! (Gigli) Rimbaud paragona i gigli che il poeta Armand Sylvestre sparge a profusione nei suoi versi, a questa peretta da clistere, per prenderlo in giro.

 

Coiner. Termine inventato da Rimbaud dal verbo inglese to coin: battere moneta, coniare. Gli Usa si sono messi a coniare ogni mese non so quanti di dollari d'argento. (Lettera di Rimbaud a Ilg, 20 settembre 1890).

 

Colocasia.  Pianta erbacea (Colocasia antiquorum) delle Aracee, chiamata anche aro d’Egitto o taro. È una grande erba con grosso rizoma tuberoso, foglie grandissime, ovate, peltate, infiorescenze piccole. Originaria dell’India e Malesia, è coltivata in numerose razze nelle regioni tropicali e subtropicali per il rizoma molto ricco di amido (superiore alla patata per il contenuto di proteine e per il sapore) e per le foglie che si mangiano. Costituisce uno dei principali alimenti delle zone calde. Che mai sorbivo dalla fiasca di colocasia? Qualche liquore d'oro, che fa sudare e insipido (Lacrima).

 

Comprachicos. I “Compratori di bambini” erano una setta di nomadi del 17° secolo, immortalati da Victor Hugo nel suo romanzo L’Uomo che ride, che compravano e sfiguravano i bambini per assicurare un buon tornaconto nelle fiere e nelle esibizioni di stranezze umane. Rimbaud li menziona nella Lettera del Veggente: Si tratta di rendere l'anima mostruosa: alla maniera dei comprachicos, insomma! 

 

Contemplostata. Parola inventata da Rimbaud nella lettera del maggio 1873, dove si lamenta con Delahaye perché "imprigionato" nella noiosa fattoria di Roche. Questa parola contiene l'idea di contemplazione. Il suffisso stata, potrebbe derivare da stare. "Contemplostata", dunque, aggiungerebbe alla contemplazione l'idea di essere forzata, e quasi di prostrazione. Questo neologismo fa parte del lessico burlone che Verlaine, Delahaye e Rimbaud utilizzavano tra loro in quel periodo.

 

Cornetta. Nella poesia Devozione: A suor Louise Vanaen de Voringhem: - La sua cornetta azzurra rivolta al mare del Nord. Oggi cornette indica la cuffia di certi ordini religiosi, ma il dizionario Bescherelle non fa alcun riferimento a significati religiosi. Con ogni probabilità Rimbaud trae questo termine dal dialetto ardennese: cuffia in tela bianca merlettata sul davanti.

 

Corot. Col petrolio fanno i Corot (Canto di guerra parigino). Rimbaud ridicolizza le armate di Thiers e Picard: le bombe al petrolio sono più inoffensive di un dipinto bucolico di Corot. (Jean-Baptiste Camille Corot, 1796-1875, pittore francese, antesignano dell’impressionismo e famoso soprattutto per i paesaggi realizzati negli stili romantico e realista).

 

Cosmorama Arduano. Cosmorama: Antico apparecchio col quale, attraverso una lente, si potevano ammirare, ingrandite e in rilievo, immagini di città e di paesi di ogni parte del mondo. Amico mio, sì, è sorprendente l'esistenza del cosmorama Arduano. Arduano sta qui per "ardennese". Rimbaud, allora a Parigi, disprezza la ristrettezza di vedute della sua provincia natale, eppure gli manca terribilmente (lettera a Ernest Delahaye, giugno 1872).

 

Couac. Stecca. Onomatopea scherzosa che si usa per indicare gli errori che fanno con gli strumenti a fiato i principianti che non hanno esperienza. Si dice anche dei cantanti. Nel linguaggio popolare, "fare l'ultimo couac", utilizzato all'inizio di una Stagione all'inferno, significa esalare l'ultimo respiro, morire.

 

Credo in unam. Titolo iniziale della poesia Soleil et chair. Trasposizione ironica del "Credo in un solo Dio...", "Credo in unum Deum". Convertendo la formula al femminile, Rimbaud proclama la sua fede nella Natura. È il principio del suo periodo di rivolta contro la religione.

 

Ciprigna. Appellativo di Venere derivante dall'isola di Cipro, ove era particolarmente venerata. Passa Ciprigna stranamente bella, e arcuando/ La splendida pienezza delle reni,/ Palesa, superba, l'oro vasto dei seni (Soleil et chair).

 

 

D

 

De profundis. Parole iniziali del Salmo 129 («De profundis clamavi ad te, Domine: Domine, exaudi vocem meam...») usate per indicare il salmo stesso, recitato già nei tempi più antichi come salmo penitenziale e quindi anche come salmo in suffragio dei defunti. Liturgicamente ricorre nel turno regolare dei salmi ai vespri di ogni mercoledì, e inoltre nei secondi vespri del Natale e nei primi della festa del S. Cuore come salmo della redenzione e della misericordia divina. O mia abnegazione, o mia meravigliosa carità! quaggiù, comunque! De profundis Domine, quanto sono stupido! (Cattivo sangue).

 

Desperado. Termine inglese di origine spagnola che significa, secondo i dizionari del tempo: folle, esasperato. I desperados languono in attesa del temporale, dell'ubriachezza e delle ferite (Giovinzezza).

 

Dittamo. Pianta erbacea aromatica della famiglia delle Rutacee con grandi fiori bianchi, utilizzata in antichità come cicatrizzante. In senso figurato: balsamo, addolcimento, consolazione. Nella mano, invece del giunco, io ho la cetra! Questo sarà il balsamo (dictame) per la mia piaga! (Un cuore sotto una tonaca).

Ditteri. Ordine di insetti comprendente un grandissimo numero di specie, di piccole o medie dimensioni, fornite di un solo paio di ali ma abilissime volatrici. Le più note sono le mosche e le zanzare. Son forse mani che han cacciato i ditteri (Le mani die Jeanne-Marie).

 

Orata (Dorade). Pesce teleosteo della famiglia sparidi, comune nel Mediterraneo, caratterizzato da dorso azzurro, fianchi argentei, semiluna dorata fra gli occhi, macchia rossastra alla base delle pinne pettorali; può raggiungere la lunghezza di 50 cm e ha carni molto apprezzate. Avrei voluto mostrare ai bambini quelle orate/ Dell'onda azzurra (Il battello ebbro).

 

Dolcetta. Pianta erbacea annuale delle Valerianacee, detta anche gallinella comune, dotata di fiori in corimbi di colore azzurro chiaro e di foglie a rosetta; è coltivata come insalata. In seno al solco raccolgo/ La dolcetta e la violetta (Feste della fame).

 

Driade. Nella mitologia greca, nome delle ninfe delle piante, propriamente delle querce, sotto cui vivevano. La Driade contempla il cielo silenzioso… (Soleil et chair).

 

Dumanet. Nome con cui si designa un soldato ingenuo e credulone, volgarizzato dalle caricature, nato dalla commedia La coccarda tricolore dei fratelli Cogniard del 1831, che riscosse grande successo. A destra Dumanet, poggiato al calcio/ del suo fucile (La strepitosa vittoria di Sarrebrück).

 

Duval (Armand). Nome del protagonista della Signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio (1848). Il suo nome e cognome sono citati separatamente in Una stagione all'inferno come simboli della malvagità umana che il narratore attribuisce allo "sposo". Vedi quel giovanotto elegante che entra nella bella casa tranquilla: si chiama Duval, Dufour, Armand, Maurice, che so? Una donna si è consacrata all'amore di quel malvagio idiota.

 

 

E

 

Ecclesiaste.  Presso gli antichi Greci, oratore che parlava nell’ecclesia, ossia nell’assemblea. Come nome proprio, è il titolo di uno dei libri brevi della Bibbia, traduzione greca (᾿Εκκλησιαστής), passata tal quale nel latino della Vulgata (Ecclesiastes), del nome ebraico Qōhelet con cui l’autore designa se stesso al principio del libro. "Nulla è vanità; alla scienza, e avanti!" grida l'Ecclesiaste moderno, ossia Tutti (Una stagione all'inferno, Il lampo).

 

Elianto. Genere di piante composite tubuliflore, con una sessantina di specie americane; vi appartengono il girasole e il topinambur. Sempre, dopo orrendi disegni/ Di Loti blu o d'Elianti (Ciò che si dice al poeta a proposito di fiori).

 

Eliotropio. Pianta erbacea usata nella medicina popolare come astringente e cicatrizzante. Sinonimo poetico di "girasole". Io piscio verso i cieli bruni, in alto e lontano,/ E con l'approvazione degli enormi eliotropi (Preghiera della sera).

 

Emistichio. In metrica, la prima o la seconda metà di un verso divisibile in due (come, per esempio, l’alessandrino). Se qualcuno avesse soffiato sulle sue rime, ingarbugliato i suoi emistichi (Lettera del Veggente).

 

Endimione. Eroe della mitologia greca dalla straordinaria bellezza, raffigurato come giovane pastore. Nelle versioni più importanti del suo mito appare amato da Selene (la Luna). Secondo Pausania e Apollodoro era re di Elide; ebbe da Selene 50 figlie; da Zeus ricevette la possibilità di sostituire la morte con un sonno eterno. La bianca Selene fa ondeggiare il velo,/ Trepida, ai piedi del bell'Endimione,/ E in un pallido raggio gli manda il suo bacio (Soleil et chair).

 

Eracle. Eroe greco Eracle, famoso per la sua forza, compì le dodici fatiche impostegli dall’oracolo di Delfi per la durata di dodici anni come prezzo per la sua immortalità o come espiazione per l’uccisione dei figli. Eracle, il Domatore, come d'una gloria/ Forte, cinto ha il corpo d'una leonina pelle (Soleil et chair).

 

Erinni. Nella mitologia greca, sono le personificazioni femminili della vendetta, soprattutto nei confronti di chi colpisce i parenti o i membri del proprio clan. Corrispondono alle Furie del mondo romano. Erinni nuove, davanti al mio cottage che è la mia patria e tutto il mio cuore, dato che tutto qui somiglia a questo (Città). "Le Erinni" è anche una tragedia presentata nel 1873 al Teatro dell'Odéon di Parigi, che Rimbaud avrebbe potuto conoscere.

 

Esametro. Verso tradizionale dell’epopea greca e romana da Omero in poi, formato da sei metri. Si usa a volte per indicare l'alessandrino francese. Rimbaud lo menziona  nella Lettera del Veggente e nella poesia Ciò che si dice al poeta a proposito di fiori.

 

Esperidi. Mitiche fanciulle dall’amabile canto che la leggenda greca pone in un’isola dei mari occidentali a custodire in un giardino i magici frutti dorati di un albero vigilato da un drago. Verso il sole delle Esperidi,/ In maniche di camicia i carpentieri/ Sono già in movimento (Pensiero buono del mattino).

 

Eucari. Nella mitologia greca, ninfa di grande bellezza amata da Telemaco. Eucari mi disse che era primavera (Dopo il diluvio).

 

Europa. Mitica figlia di Agenore e di Telefassa. Mentre coglieva fiori sulle coste della Fenicia, fu rapita da Zeus che, sotto forma di toro bianco, la portò a Creta, dove si consumarono le nozze. Divenne poi sposa del re cretese Asterione, che adottò i figli di lei. Zeus, il Toro, culla come una bimba il corpo/ Nudo d'Europa, il cui braccio niveo circonda/ Il collo nervoso del Dio, fremente nell'onda (Soleil et chair).

 

 

F

 

Fairy. Titolo di una delle Illuminazioni. Il termine inglese significa "fata". I dizionari francesi non lo ignorano, e il Bescherelle scrive: Mitologia nordica, nome di geni di entrambi i sessi,  alla cui esistenza il popolo crede ancora in Inghilterra e in Scozia. I cerchi concentrici che si possono osservare a volte sui campi di grano sono attribuiti alla danza delle fate, chiamate anche elfi.

 

Fano (Fanum). È un tempio antico. All'inizio si diede questo nome a un terreno consacrato al culto di qualche divinità, a prescindere dalla costruzione un edificio. In seguito questo nome venne attribuito a templi innalzati a semidei o imperatori dopo l'apoteosi. Infine, indicò ogni tipo di edificio religioso, inclusi i templi delle grandi divinità. Fani illuminati dal ritorno delle teorie, immense vedute della difesa di coste moderne (Promontorio).

 

Faunessa. Ninfa che ha le sembianze di un fauno. Alle leggi moderne sagnalano le faunesse. Agguantano i Faust e i Fra Diavolo (I doganieri).

 

Ferdinand. Secondo Delahaye, Ferdinand sarebbe il diavolo nel dialetto di Vouziers. Quante malizie nell'attenzione nella campagna… Satana, Ferdinando, corre con le sementi selvatiche… (Notte dell'inferno. Una stagione all'inferno)

 

Fiamma. Bandiera navale di forma molto allungata, generalmente triangolare, issata sull'albero maestro di un'unità navale, con i colori nazionali. Io non posso più, onde, bagnato dai vostri languori,/ Togliere la scia ai portatori di cotone,/ Né fendere l'orgoglio di bandiere e fiamme (Il battello ebbro).

 

Fru-fru (Frou-frou). Onomatopea che indica il fruscio delle foglie, degli abiti, in particolare delle vesti di seta, di taffetà. Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru (La mia bohème). Spesso Rimbaud fa riferimento a questo leggero rumore, a questa sorta di fruscio prodotto dalle stelle.

 

 

G

 

Gallo celtico. (Coq gaulois, letteralmente "Gallo gallico"). Ha fatto versare molto inchiostro. Tuttavia le bozze di Rimbaud non lasciano alcun dubbio sul significato gergale di questo termine indicante il sesso maschile. Dapprima Rimbaud scrive: Ogni notte il suo gallo celtico, poi cancella e scrive: Sono da lui ogni volta/ Se canta il suo gallo celtico, prima che la formula definitiva diventi Oh viva lui, ogni volta/ Che il suo gallo celtico canta. E in Una stagione all'inferno: Salve a lui, ogni volta/ Che il suo gallo celtico canta. Questa espressione, infatti, è la chiave del poema, che racconta gli amori difficili della coppia maledetta.

 

Gambier. Marca di pipe. In Preghiera della sera il poeta s'immagina una Gambier fra i denti. La marca appare anche in Parigi, poesia dell'Album Zutique. Nel suo libro Souvenirs familiers, Delahaye spiega che i due amici fumavano la pipa: lui una Jacob e Rimbaud una Gambier.

 

Gemmoso (Gemmeux). Invenzione di Rimbaud dal termine "gemma". Amigdale gemmose (Ciò che si dice al poeta a proposito di fiori). Si può intendere sia in senso di "rare, preziose", che in senso di "bourgeon": germoglianti, gonfie, vibranti.

 

Getsemani. Orto e bosco sul Monte degli Olivi, fuori delle mura orientali di Gerusalemme, dove fu arrestato Gesù Cristo. È presente nel testo Un cuore sotto una tonaca.

 

Gladiolo. Genere di piante della famiglia iridacee, con oltre 150 specie, la maggior parte africane, molte delle quali coltivate in tutto il mondo per la bellezza dei fiori (bianchi, rosei, scarlatti e gialli). Appare in tre poesie di Rimbaud: I seduti, Il dormiente nella valle e Canto di guerra parigino, in contesti a un tempo bucolici e guerrieri.

 

Glande. Parte terminale del pene costituita da un rigonfiamento del corpo cavernoso dell’uretra e coperto dal prepuzio. Gli antichi animali montavano, anche in corsa, con glandi bardati di sangue e d'escrementi (Stupra).

 

Glucosio. Il monosaccaride più diffuso in natura. È chiamato anche destrosio; un tempo era noto anche con i nomi di zucchero d’uva o d’amido. Sì, le bave delle vostre zampogne/ Fanno preziosi glucosi! (Quel che si dice al poeta a proposito di fiori).

 

Ghoul (o Ghūl). Essere demonico femminile di natura maligna, appartenente al numero dei Ginn malvagi e che secondo le credenze degli Arabi abitava luoghi deserti, seduceva con metamorfosi i viaggiatori che si avventurassero nelle solitudini, si concedeva loro, li sviava e li divorava. E diffusa anche la credenza del Ghoul come un abitatore dei cimiteri che si nutre di cadaveri. Dunque non finirà mai questo ghoul regina di milioni d'anime e di corpi morti e che saranno giudicati! (Una stagione all'inferno).

 

Guaranesi. Popolo indigeno dell'America meridionale. Furono convertiti dai Gesuiti nel XVIII secolo e formarono una piccola repubblica sotto la dominazione di questi religiosi. Possedimenti di favolose aristocrazie ultra-Renane, Giapponesi, Guaranesi (Metropolitana).

 

Guido Gonin. Illustratore della rivista satirica «L'esprit follet», citato da Rimbaud nella poesia Parigi dell'Album zutique.

 

 

H

 

H. Titolo di una delle Illuminazioni, che è quasi un indovinello: Rimbaud infatti conclude la poesia con la frase «Trovate Hortense». Una serie di "indizi" - «solitudine», «meccanica erotica», «gesti atroci»... - hanno fatto propendere molti commentatori per la masturbazione.

 

Hansa. Lega commerciale costituitasi nel medioevo tra città tedesche, cui si associarono in seguito anche città d’altri paesi, sotto la guida di Lubecca. Scagliato dall'uragano nell'aria senza uccelli,/ Io di cui né i Monitori né velieri dell'Hansa/ Avrebbero ripescato la carcassa ebbra d'acqua (Il Battello Ebbro).

 

 

I

 

Ibled. Marca di cioccolato la cui réclame era all'epoca piuttosto diffusa. È menzionata nell'Album Zutique.

 

Idrogeno luminoso (Hydrogène clarteux). "Clarteux" significa, nei dialetti dell'Est: chiaro, luminoso. Dunque, l'idrogeno luminoso è semplicemente il gas (illuminante). Oh brivido tremendo degli amori novizi sul suolo sanguinante e nell'idrogeno luminoso! (H)

 

Idrolato. In farmacia, soluzione che si ottiene distillando acqua in cui sono immerse piante aromatiche e che ne contiene quindi i principi attivi. Un idrolato lacrimale lava/ I cieli verde-verza (Le mie innamoratine). Qui è un riferimento alla pioggia.

 

Illunare. Termine inventato da Rimbaud che significa "bagnato dalla luna"; appare nelle poesie I poeti di sette anni e Le prime comunioni. Secondo alcuni studiosi, la parola non sarebbe un'invenzione di Rimbaud ma deriverebbe dal latino ("illunius" o "illunis" - "non illuminato dalla luna" - attestata in Plinio e Apuleio), e il poeta le avrebbe erroneamente conferito il significato opposto.

 

Imbastare (Bâter). Mettere un basto. Imbastare un mulo, un asino, un cavallo. Il basto (bât) è una rozza sella di legno che si pone sul dorso delle bestie da soma per collocarvi o appendervi il carico. In Dio creperete, d'abiette cure imbastate! (Le mie innamoratine). Rimbaud predice un triste avvenire alle sue innamoratine: finiranno imbastate da soma, benpensanti, credenti, assoggettate a compiti quotidiani, a premure, vale a dire a sordide preoccupazioni e a una vita orribilmente banale, che il poeta detesta.

 

Inkerman (battaglia di). Il 5 novembre 1854, durante la guerra di Crimea, i Russi, favoriti dalla nebbia, attaccarono a sorpresa le forze inglesi attestate sul pianoro di Inkerman: queste resistettero sino all'arrivo dei Francesi che, assalendo il fianco sinistro dei Russi, li costrinsero a ritirarsi sulla riva destra della Cernaia. È menzionata in Un cuore sotto una tonaca.

 

Innocinza. Per descrivere la semplicità di spirito dei contadini di Roche, Rimbaud scrive, secondo la loro pronuncia ardennese, "innocinza" al posto di "innocenza". Che stercaglia! E che mostri d'innocenza questi contadini (lettera a Delahaye, maggio 1873).

 

Inquestionabile. Parola inventata da Rimbaud dall'inglese unquestionable: incontestabile, indiscutibile. In vendita i Corpi, le voci, l'immensa opulenza inquestionabile (Saldo).

 

Ipogastrio. La parte inferiore dell’addome. Collo e ipogastrio curvi, una "Gambier" tra i denti (Preghiera della sera).

 

Ipotiposi. È una figura retorica consistente nel descrivere qualcosa con particolare evidenza e vivacità. Ipotiposi saturnine (Album Zutique). Rimbaud storpia il titolo Ipotiposi pirroniane, opera di Sesto Empirico (uno dei maggiori esponenti della scuola scettica), per prendere in giro Loius Belmontet, poeta e uomo politico francese dell'Ottocento.

 

Issopo. Pianta di identificazione incerta, menzionata varie volte nell’Antico Testamento (e una volta anche nel Nuovo), connessa con riti di purificazione. In botanica: pianta cespugliosa spontanea, con foglie strette e fiori azzurri, usata nella preparazione di infusi e sciroppi contro la tosse. Dolce come il Signore del cedro e degli issòpi (Preghiera della sera).

 

Itifallico. Dell'itifallo, che rappresenta il fallo in erezione; in particolare riferito alle feste falloforiche di Dioniso in cui si cantavano carmi connessi al culto del fallo (carmi fallici o itifallici). Itifallici e soldateschi (Il cuore rubato).

 

 

J

 

Jacob. Probabilmente Henry Jacob (1829-1913), detto “lo zuavo Jacob” perché aveva combattuto tra gli zuavi nella guerra di Crimea. Aprì a Parigi nel 1867 uno studio di “psicomusicoterapia” cominciando a ottenere guarigioni miracolose con l’aiuto degli spiriti.  È citato in Parigi dell'Album Zutique.

 

Juana. Compare ne Le mani di Jeanne-Marie: Sono forse mani di Juana? Alcuni commentatori pensano che il nome derivi da Don Juan, o da un'avventuriera spagnola. Altri citano il poema Juana di Musset. Altri ancora il tempio di Giano (Janus).

 

 

K

 

Kenghavar. Non compare negli atlanti. Si è pensato a Kangavar, città dell'Iran. Forse un sogno inaudito dalle Asie,/ da Kenghavàar oppure da Sionne? (le mani di Jeanne-Marie).

 

Kerdrel (Hervé Audren de). Uomo politico francese (1815-1899), noto monarchico. È menzionato in Quel che si dice al poeta a proposito di fiori con riferimento ai gigli, simbolo della monarchia.

 

Kléber (Jean-Baptiste). Celebre generale bonapartista (1753-1800). Citato ironicamente da Rimbaud negli Stupra.

 

Klinck (Jean). Nome di un alsaziano molto ricco balzato agli onori delle cronache perché la sua famiglia era stata assassinata da Jean-Baptiste Tropmann (poi condannato a morte), che voleva appropriarsi dei suoi beni. È citato in Parigi dell'Album Zutique.

 

 

L


Lacrimatoio. Vasetto di vetro o di alabastro rinvenuto nelle antiche tombe romane che si credeva fosse destinato a raccogliere le lacrime delle prefiche durante i funerali, e che era invece destinato a contenere unguenti profumati. Rovesciamo il dolore dei nostri lacrimatoi (Ipotiposi saturnine, Album Zutique).

 

Lattescente. Che ha l'aspetto, il colore del latte. E da allora mi sono immerso nel Poema del Mare,/ Intriso d'astri, e lattescente (Il Battello Ebbro).

Lafenestre (Georges). Poeta e critico d'arte francese (1837-1919), citato da Rimbaud nella Lettera del Veggente nella schiera degli autori insulsi e banali.

 

Lamartine (Alphonse de). Esponente del romanticismo (1790-1869), nelle Méditations poétiques (1820) fuse la tradizione elegiaca dell'ultimo Settecento con le nuove aspirazioni del lirismo romantico. Viene citato da Rimbaud nella Lettera del Veggente e in Un cuore sotto una tonaca.

 

Leda. Mitologia: figlia di Testio, re d’Etolia, e di Euritemide; sposò Tindareo, re di Sparta, ed ebbe i figli Timandra, Clitemestra e Filonoe. Da Zeus, unitosi a lei sotto forma di cigno, concepì un uovo da cui nacquero Polluce ed Elena; l’altro figlio Castore è per alcuni mitografi figlio di Zeus e di L., per altri è figlio di Tindareo. Scivola amoroso il gran Cigno sognante/ Che avvolge Leda nel biancore dell'ala (Soleil et chair).

 

Leperdriel. O, più esattamente, Le Perdriel: marchio di prodotti per vesciche e cauteri, e anche per le varici e  altre fasciature. È citato in Parigi (Album Zutique).

 

Leviatano. Nella mitologia fenicia, animale del caos primitivo. Il nome ricorre più volte nel testo ebraico della Bibbia: in Isaia è definito serpente guizzante e tortuoso, in Giobbe in modo tale da far riconoscere in esso il coccodrillo, sia pure con tratti alquanto esagerati e di tipo popolare. Nel Salmo 74 è simbolo della potenza dei faraoni d’Egitto e negli altri testi, genericamente, delle potenze nemiche di Dio. Ho visto fermentare paludi enormi, nasse/ Dove marcisce fra i giunchi un intero Leviatano! (Il Battello Ebbro)

 

 

M

 

Mab. Fata dei sogni e levatrice di altre fate nelle tradizioni medievali. La Regina Mab è anche un personaggio della tragedia Romeo e Giulietta di Shakespeare. Nella tradizione celtica, la Regina Mab era anche nota come Regina Maeve: "Maeve" significa idromele e si dice che Mab diede questo vino come simbolo del suo sangue a tutti i suoi consorti. Cortei di Mab con vesti rossastre (Città).


Maelström. Fenomeno vorticoso del Mare del Nord che si verificano lungo la costa atlantica della Norvegia, nei pressi delle isole Lofoten, dove si formano delle fortissime correnti di marea. Gli si attribuiva il potere di risucchiare e distruggere ogni nave che si trovasse a passare entro un certo raggio di distanza. Io che tremavo udendo gemere a cinquanta leghe/ La foia dei Behemot e i densi Maelstrom (Il Battello Ebbro).


Mazagran. Bevanda composta da caffè nero, acqua calda, acquavite e zucchero, la cui origine storica fu la battaglia di Mazagran (Algeria) del 1840, dove 123 francesi resistettero a 1200 arabi. Si chiamano così, per estensione, i grandi bicchieri da osteria, in vetro pesante, che servivano allo scopo. I mazagrans fumarono nelle osterie (Dopo il diluvio).


Miserere. Uno dei sette salmi penitenziali della liturgia cattolica, segnato con il numero 50 secondo la Vulgata, con il numero 51 secondo la tradizione ebraica; inizia con le parole Miserere mei Deus (Abbi pietà di me o Dio). È citato in Un cuore sotto una tonaca.


Moloc. Antica divinità cananea, cui venivano sacrificate vittime umane nella valle di Hinnom (Geenna) presso Gerusalemme e il cui culto fu fortemente combattuto dai profeti e nella storiografia d’Israele. Viene menzionato nell'Antico Testamento (2 Re 23:10; Geremia 7:31). Cinesi, Ottentotti, zingari, tonti, iene, Moloc, vecchie demenze, sinistri demoni (Parata).


Musa verde. Rimbaud si riferisce all'assenzio. La Musa verde e l'ardente Giustizia vengono/ A dilaniarlo con la loro augusta ossessione (Le suore di carità).


 

N

 

 

O

 

Ottentotti. Indigeni dell’Africa australe, che all’epoca dei primi stanziamenti olandesi (sec. 17°) occupavano in masse cospicue la regione del Capo di Buona Speranza. Cinesi, Ottentotti, zingari, tonti, iene, Moloc, vecchie demenze, sinistri demoni (Parata).

 

 

 

P

 

 

 

Q

 

 

 

R

 

 

 

S

 

 

 

T

 

 

 

U

 

Urì. Adattamento della parola araba al-ḥūr, «(le fanciulle) dagli occhi neri», che ricorre più volte nel Corano per designare esseri di sesso femminile, amabili compagne dei beati nel paradiso islamico. Volete canti negri, danze di urì? (Una Stagione all'Inferno).

 

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V

 

Violaciocche (Giroflées). Piante perenni delle crocifere (Matthiola incana), del Mediterraneo, coltivate estesamente per il commercio dei fiori bianchi, rosei, violacei, semplici o stradoppi, disposti a grappoli profumati. I vecchi che furono sepolti in piedi nel bastione di violacciocche (Infanzia).

 

 

 

 

Z

Arthur Rimbaud in un disegno di  Paul Verlaine (1872)
Arthur Rimbaud in un disegno di Paul Verlaine (1872)


Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.
Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.


Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
R. alla prima comunione (1866)
R. alla prima comunione (1866)
Rimbaud in Africa (1883)
Rimbaud in Africa (1883)