Villon (1431-dopo l'8/1/1463)

François de Montcorbier et des Loges nacque quando la guerra dei Cento  anni stava ormai per terminare e Giovanna d'Arco veniva bruciata a Rouen  come strega. François rimase presto orfano di padre e adottò il nome del  suo tutore, Guillame de Villon, un benestante ecclesiastico. Compì  regolarmente gli studi universitari, nel 1449 ottenne il bacellierato alla  facoltà  des arts  e nel 1452 si laureò  maître ès arts  a Parigi inserendosi come  scrivano nell'ambiente ecclesiastico e giudiziario. Cominciò a frequentare  compagnie turbolente, il 15 giugno 1456 uccise un prete in una rissa e  dovette fuggire. All'inizio del 1456 fu graziato da Carlo VII e fece ritorno a  Parigi. Verso Natale rubò assieme a cinque compagni 500 scudi d'oro dalle  casse della facoltà di teologia del Collegio di Navarra. Lo stesso giorno del  furto (data indicataci dal poeta) scrisse  Lascito ,  prima opera  di  320 versi,   noto anche  come  Piccolo  Testamento , documento burlesco che l'autore  intende lasciare agli amici dichiarando di fuggire ad Angers per un amore  non corrisposto.  Scrisse  inoltre  11 ballate utilizzando  indecifrabili  espressioni del gergo malavitoso. I suoi versi, figli della tradizione tardo medievale, operano in qualche modo una  rottura con la poesia contemporanea e la retorica cortese aprendo alla letteratura sentieri fino ad allora ignoti.  Nei quattro anni successivi cominciarono lunghi vagabondaggi, forse Villon passò per Angers e Blois, forse per  Bourges e Moulin, elemosinando la protezione di potenti e unendosi a compagnie di attori. Nell'estate del 1461  venne rinchiuso dal vescovo Thibaut d'Aussigny nella terribile prigione di Meung-sur-Loire che lo fece  sprofondare in una profonda disperazione. Il 2 ottobre il nuovo re Luigi XI gli accordò l'amnistia. L'anno  successivo Villon rischiò di perdere la libertà in seguito a un furto e a uno scherzo finito in rissa. Nel 1462  scrisse il  Testamento  (o  Grande Testamento ) strutturato come un vero e proprio lascito: circa 2000 versi distribuiti  in 186 stanze narrative in cui affiora un profondo odio verso la società avida di denaro e la neonata borghesia  francese - commercianti, usurai, speculatori finanziari - attraversato da un cupo senso della morte e della  caducità della vita. Famosa la  Ballata degli impiccati Ballata delle dame del tempo che fu , carica di malinconia e  amarezza per la fugacità della bellezza femminile. A novembre Villon venne rinchiuso nel carcere dello  Châtelet di Parigi, accusato di furto. La facoltà di teologia di Navarra ne approfitò per reclamare il risarcimento  per il lontano furto al collegio. Villon si impegnò a versare 120 scudi d'oro nei tre anni successivi e fu rilasciato.  Alla fine del mese venne coinvolto in una rissa, arrestato, imprigionato e condannato a morte per impiccagione  a causa dei cattivi precedenti. Il 5 gennaio del 1463 la Corte suprema gli commutò la pena di morte in dieci anni  di bando da Parigi. Villon compose allora  La Ballata dell'appello , in cui si faceva beffe del carceriere Garnier,  scettico sull'esito del ricorso da lui presentato. Da questo momento in poi le tracce del poeta maledetto si  perdono per sempre.

Arthur Rimbaud in un disegno di  Paul Verlaine (1872)
Arthur Rimbaud in un disegno di Paul Verlaine (1872)


Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.
Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.


Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
R. alla prima comunione (1866)
R. alla prima comunione (1866)
Rimbaud in Africa (1883)
Rimbaud in Africa (1883)