François de Montcorbier et des Loges nacque quando la guerra dei Cento anni stava ormai per terminare e Giovanna d'Arco veniva bruciata a Rouen come strega. François rimase presto orfano di padre e adottò il nome del suo tutore, Guillame de Villon, un benestante ecclesiastico. Compì regolarmente gli studi universitari, nel 1449 ottenne il bacellierato alla facoltà des arts e nel 1452 si laureò maître ès arts a Parigi inserendosi come scrivano nell'ambiente ecclesiastico e giudiziario. Cominciò a frequentare compagnie turbolente, il 15 giugno 1456 uccise un prete in una rissa e dovette fuggire. All'inizio del 1456 fu graziato da Carlo VII e fece ritorno a Parigi. Verso Natale rubò assieme a cinque compagni 500 scudi d'oro dalle casse della facoltà di teologia del Collegio di Navarra. Lo stesso giorno del furto (data indicataci dal poeta) scrisse Lascito , prima opera di 320 versi, noto anche come Piccolo Testamento , documento burlesco che l'autore intende lasciare agli amici dichiarando di fuggire ad Angers per un amore non corrisposto. Scrisse inoltre 11 ballate utilizzando indecifrabili espressioni del gergo malavitoso. I suoi versi, figli della tradizione tardo medievale, operano in qualche modo una rottura con la poesia contemporanea e la retorica cortese aprendo alla letteratura sentieri fino ad allora ignoti. Nei quattro anni successivi cominciarono lunghi vagabondaggi, forse Villon passò per Angers e Blois, forse per Bourges e Moulin, elemosinando la protezione di potenti e unendosi a compagnie di attori. Nell'estate del 1461 venne rinchiuso dal vescovo Thibaut d'Aussigny nella terribile prigione di Meung-sur-Loire che lo fece sprofondare in una profonda disperazione. Il 2 ottobre il nuovo re Luigi XI gli accordò l'amnistia. L'anno successivo Villon rischiò di perdere la libertà in seguito a un furto e a uno scherzo finito in rissa. Nel 1462 scrisse il Testamento (o Grande Testamento ) strutturato come un vero e proprio lascito: circa 2000 versi distribuiti in 186 stanze narrative in cui affiora un profondo odio verso la società avida di denaro e la neonata borghesia francese - commercianti, usurai, speculatori finanziari - attraversato da un cupo senso della morte e della caducità della vita. Famosa la Ballata degli impiccati Ballata delle dame del tempo che fu , carica di malinconia e amarezza per la fugacità della bellezza femminile. A novembre Villon venne rinchiuso nel carcere dello Châtelet di Parigi, accusato di furto. La facoltà di teologia di Navarra ne approfitò per reclamare il risarcimento per il lontano furto al collegio. Villon si impegnò a versare 120 scudi d'oro nei tre anni successivi e fu rilasciato. Alla fine del mese venne coinvolto in una rissa, arrestato, imprigionato e condannato a morte per impiccagione a causa dei cattivi precedenti. Il 5 gennaio del 1463 la Corte suprema gli commutò la pena di morte in dieci anni di bando da Parigi. Villon compose allora La Ballata dell'appello , in cui si faceva beffe del carceriere Garnier, scettico sull'esito del ricorso da lui presentato. Da questo momento in poi le tracce del poeta maledetto si perdono per sempre.